Un breve riassunto del quadro normativo

La normativa sui compro oro rappresenta un passo significativo verso una maggiore regolamentazione e trasparenza del mercato dell’oro usato. Tale disciplinamento, articolato e rigoroso, mira a garantire la legalità delle operazioni, a proteggere i consumatori da potenziali truffe e ad arginare il fenomeno del riciclaggio di denaro. 

OroExpert ti aiuta lavorare nella legalità senza rinunciare alla flessibilità.

La normativa che disciplina l’attività dei cosiddetti “compro oro” in Italia è stata progressivamente affinata nel corso degli ultimi anni, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, tutelare i consumatori, prevenire il riciclaggio di denaro e ostacolare il finanziamento di attività illecite. Il quadro normativo di riferimento ha subito un’importante evoluzione con l’introduzione del D. Lgs. 25 maggio 2017, n. 92, che ha fornito una nuova e più organica regolamentazione del settore.
Contesto normativo e obiettivi:
Prima dell’entrata in vigore del Decreto 92/2017, i compro oro operavano in uno scenario poco strutturato, in cui le regole erano frammentarie e spesso legate a fonti normative secondarie. Il risultato era un mercato talvolta opaco, in cui potevano facilmente annidarsi fenomeni di ricettazione e riciclaggio. L’introduzione della nuova disciplina, invece, ha mirato a creare un contesto di maggiore responsabilizzazione degli operatori e di tracciabilità delle operazioni, fissando standard omogenei su tutto il territorio nazionale. 
Requisiti per l’esercizio dell’attività:
I soggetti che intendono operare come compro oro devono essere iscritti in un apposito registro tenuto dall’OAM (Organismo degli Agenti in Attività Finanziaria e dei Mediatori Creditizi). L’iscrizione richiede il possesso di specifici requisiti di onorabilità e professionalità, garantendo così che gli operatori del settore siano persone fisiche o giuridiche affidabili. Inoltre, è previsto il versamento di un canone annuo, a copertura dei costi di vigilanza, e l’obbligo di rispettare procedure interne atte a prevenire e contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.
Obblighi di identificazione e tracciabilità:
Uno degli elementi cardine della normativa è l’obbligo, per il compro oro, di identificare i clienti che conferiscono i preziosi. Questo avviene mediante l’acquisizione di un documento di identità valido e la registrazione dei dati anagrafici dell’alienante, della descrizione del bene (peso, titolo dell’oro, tipo di oggetto), nonché il prezzo pattuito. Tali informazioni vengono annotate in un registro delle operazioni, conservato per un periodo minimo di dieci anni. Ciò consente alle autorità competenti di ricostruire con precisione la filiera di ogni transazione e di risalire, se necessario, all’origine dei beni ceduti.
Limiti all’uso del contante e controlli antiriciclaggio:
La normativa ha introdotto limiti stringenti all’utilizzo del contante. Attualmente, le operazioni di importo pari o superiore a 500 euro devono essere effettuate con strumenti di pagamento tracciabili (assegni, bonifici, carte di pagamento), allo scopo di evitare flussi di denaro incontrollati. I compro oro, al pari degli intermediari finanziari, sono inoltre tenuti a segnalare all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) operazioni sospette, ovvero transazioni che presentino elementi inusuali, incoerenti rispetto al profilo del cliente, o potenzialmente riconducibili ad attività illecite.
Sanzioni e controlli:
La mancata osservanza degli obblighi previsti dalla normativa comporta sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, anche penali. La responsabilità non si limita alla mera inosservanza di regole formali: gli organi di controllo (Guardia di Finanza e altre autorità competenti) possono effettuare ispezioni, verifiche e controlli a campione, richiedendo documentazione e registri. Ciò incoraggia gli operatori del settore a mantenere standard elevati di conformità.